Nel 2014 arriverà il primo regolamento per l’interoperabilità delle Firme Digitali all’interno dei Paesi UE. Che consentirà di siglare contratti fra enti europei. E intanto in Italia si completa il quadro con l’approvazione delle regole tecniche
Per adesso si tratta solo di una bozza proposta dalla Commissione al Parlamento UE. Ma le carte oramai sono sul tavolo: nel 2014 arriverà una normativa unica per l’utilizzo delle firme digitali in Europa che permetterà sostanzialmente l’interoperabilità fra le varie e-signature.
Il che significa che sarà possibile siglare contratti “in digitale” fra enti europei. Un bel passo avanti nella direzione della dematerializzazione e della digitalizzazione nel Vecchio Continente.
L’Italia, sul tema delle firme digitali, non ha nulla da invidiare ai partner europei. A maggio sono state pubblicate le regole tecniche che disciplinano l’uso della firma elettronica avanzata (far cui quella più nota è quella grafometrica con pennino su tablet).
Affinché la firma su tablet possa essere considerata come firma elettronica avanzata (e come tale abbia la stessa efficacia probatoria della scrittura privata), devono essere verificate le seguenti condizioni:
“All’atto pratico - spiega Giusella Finocchiaro, avvocato e ordinario di diritto di Internet e diritto privato all’Università di Bologna - cittadini e aziende firmeranno su tablet in molti casi in cui prima erano costretti a farlo su carta o con smart card”. Prima della firma avanzata, il professionista doveva ricorrere alla firma digitale che richiede una smart card o un token, strumenti considerati poco comodi dalla categoria. “Ora i contratti potranno essere firmati in modo molto più agevole”, spiega Finocchiaro. Gli stessi cittadini potranno ad esempio firmare su tablet il consenso ai dati in ospedale.
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